
A Barcellona, ad esempio, l’unico diritto di voto concesso ai cittadini dell'UE (esclusi, ovviamente, gli spagnoli) è limitato all’elezione del sindaco e dei rappresentanti al Parlamento Europeo. Tuttavia, per le elezioni politiche catalane e nazionali, noi italiani – e tutti i cittadini dell'UE residenti in Spagna – non abbiamo alcun diritto di voto.
Al contrario, ogni volta che in Italia si tengono elezioni nazionali, regionali, comunali, provinciali o referendum, ricevo regolarmente a casa le schede elettorali per votare. E ogni volta che queste schede arrivano, soprattutto quelle per il sindaco della città in cui sono nato, mi pongo la stessa domanda: perché io, che vivo in Spagna da tanti anni, dovrei influenzare le decisioni di una città o di un paese in cui non risiedo più?
Se in Italia il governo decidesse di aumentare l’IVA al 35% o di tagliare fondi alla sanità e all’istruzione, sinceramente, per quanto possa dispiacermi per amici e familiari che vivono lì, non mi riguarderebbe direttamente. Vivo in Spagna, e le decisioni prese in Italia non hanno alcun impatto diretto sulla mia vita.
Prendiamo il caso di un sindaco che promette di costruire un nuovo parco giochi per bambini nella mia città natale: bello, sì, ma per me, che vivo da anni a Barcellona, è irrilevante. Perché dovrei avere voce in capitolo su qualcosa che non mi riguarda e da cui non traggo alcun beneficio?
Eppure, continuo ad avere diritto di voto in Italia, anche per decisioni che non mi toccano minimamente, mentre nel paese in cui risiedo, lavoro e pago le tasse, non posso votare. Qui in Spagna, se un partito politico propone di aumentare l’IVA o di tagliare i fondi per la sanità e l’istruzione, quelle sono decisioni che incidono direttamente sulla mia vita. Eppure, non ho il diritto di votare, perché non sono cittadino spagnolo.
Il paradosso è evidente: pago le tasse in Spagna, che vengono utilizzate anche per finanziare il sistema elettorale spagnolo, ma non posso scegliere chi guiderà il paese o la regione in cui vivo.
Per poter votare in Spagna, dovrei richiedere la cittadinanza spagnola, ma questo significherebbe rinunciare a quella italiana. Ed è qui che sorge la domanda: perché, all'interno dell'Unione Europea, un cittadino che versa i propri contributi in un paese non ha diritto al voto in quello stesso paese?
Il diritto al voto dovrebbe essere garantito nel luogo in cui una persona vive e contribuisce economicamente, non nel paese in cui è nato, un luogo che magari non sente più come "suo". Dove nasci non lo scegli, ma dove vivi e paghi le tasse sì.
Nel contesto della Comunità Europea, il diritto di voto dovrebbe essere basato sul paese in cui si risiede e si versano i contributi, non sullo stato di nascita. In altre parole, i cittadini UE che vivono in un altro Paese dell'Unione dovrebbero avere il diritto di scegliere chi gestirà i soldi che versano ogni mese al fisco locale, indipendentemente dal fatto che il politico sia di destra, di sinistra o di centro.
E da Barcelona é tutto .
Nick
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