Dov’è finita la vera Barcellona? Tra brunch, hamburger, pizze e bar in mano ai cinesi, la città perde la sua anima

E non è tutto. Basta fare una passeggiata per accorgersi di un fenomeno che sta modificando radicalmente l’identità dei quartieri: molti dei bar storici, quelli che per decenni hanno rappresentato l’anima della città, sono stati ceduti, spesso a imprenditori cinesi che gestiscono il locale in modo più commerciale e impersonale. Di nuovo, nulla contro i nuovi proprietari, ma è evidente che quei bar ormai non somigliano più a quelli di una volta: l'atmosfera è cambiata, così come il legame con la tradizione.
Ditemi: è davvero possibile che in un quartiere iconico come Gràcia sia più facile trovare pancakes che una buona fideuà? E che dire delle pizze? Non fraintendetemi, amo una buona pizza, ma quando questa diventa l’alternativa più comune alla tradizionale cucina di mercato, il problema diventa culturale. Si è ormai normalizzato entrare in un ristorante con l’illusione di assaporare cucina spagnola, per poi trovarsi davanti a un menu di brunch o hamburger gourmet a prezzi stellari.
E la tradizione del bar di quartiere? Fino a pochi anni fa, questi bar catalani erano luoghi di aggregazione: posti semplici e familiari, dove fermarsi per un caffè, leggere il giornale o scambiare due chiacchiere con il barista. Oggi, però, sembra che tutto ciò si stia dissolvendo in favore di attività gestite senza il legame con la comunità locale, focalizzate più su velocità e standardizzazione che su autenticità e calore umano.
Dove stiamo andando? Se la tendenza non cambia, rischiamo di perdere le tradizioni che rendono Barcellona unica. Forse è il momento di prendere posizione e riscoprire quei ristoranti autentici, quei bar di quartiere che con ostinazione e amore per la tradizione resistono al fascino effimero delle mode. Riconquistare la vera essenza della città è una battaglia culturale che vale la pena combattere.
.. e da Barcelona e tutto.
Nik
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